Nella parte sud-orientale della piana campana, alle pendici della collina di Cancello, vi è una vasta pianura fertile, ricca di sorgenti, che ricade in gran parte nel territorio comunale di Acerra. Quest’area ospitava l’antica città di Suessula.
Di origine osca, entrò nell’orbita culturale e commerciale etrusca intorno al VI secolo a.C.; nel V secolo fu assoggettata dai Sanniti. Nel IV secolo, dopo la prima guerra sannitica (343-41 a.C.), entra a far parte della comunità romano-latina. Dopo alterne vicende Suessula subì il definitivo abbandono in età medievale, a seguito delle incursioni saracene.
L’area, abbandonata, si trasformò in un bosco detto “di Calabricito”, ricco di alberi secolari popolato da daini, volpi, lepri, cinghiali, cervi. Ferdinando IV di Borbone, ospitato nella Casina voluta nel 1778 da Ferdinando III de Cardenas, proprio per accogliere il re e la sua corte, amava effettuare nel bosco battute di caccia. Da più studiosi è stata avanzata l’ipotesi che la Casina sia stata costruita sui resti di un teatro romano, trasformato in castello in epoca altomedievale.
La città di Suessula, quasi del tutto scomparsa sotto una spessa coltre di terra, è riuscita a tornare lentamente alla luce, con le sue necropoli, a partire dall’ottocento con gli scavi di Marcello Spinelli. Il materiale raccolto, vasi, ornamenti in bronzo, in argento, in pasta vitrea, aegyptiaca, che costituisce la Collezione Spinelli, insieme a sarcofagi, iscrizioni, colonne, capitelli venne esposto all’interno della Casina Spinelli che diventò un vero e proprio Museo, meta di tantissimi studiosi e archeologi.
Dopo la II guerra mondiale la collezione venne donata dalla marchesa Elena Spinelli al Museo Archeologico di Napoli, dove è in parte esposta nella sezione protostorica.
Nel 1996 la Soprintendenza Archeologica di Napoli ha avviato un progetto di ricerche sistematiche finalizzato alla delimitazione e all’esplorazione del sito antico. La zona antistante la Casina Spinelli è stata espropriata ed è diventata un’area archeologica.
Della città sono stati scoperti una parte consistente della piazza del foro ed alcuni edifici pubblici che si affacciano su di essa lungo il limite settentrionale, databili tra il II sec. a.C. e il I sec. d.C.. Tra questi si sono messi in luce un tratto della basilica e una porticus posta poco ad est. Molto interessante è una strada basolata orientata nordest/sud-ovest che si immette nella piazza, provenendo da Nord. Tra la basilica e la porticus, entrambe databili tra il II e I sec. a.C., si colloca un piccolo sacello costruito nel corso del I sec. d.C. Recentemente è stato rinvenuto anche il basamento di un tempio.